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E FINALMENTE SI TORNO’ AL NUCLEARE

Posted by vitaliano82 su mercoledì, 25 febbraio 09

La strada da compiere è ancora lunga, il ritardo accumulato in questi anni di stupido diniego all’energia nucleare (salvo pagare a caro prezzo quella proveniente da dietro casa in Francia) ma visto il protocollo siglato tra Enel e Edf (che è l’ente francese) sembra che la macchina si sia messa in moto.

Se si legge la data prevista per l’inizio della produzione (2020) non pochi si chiederanno l’utilità di questo programma senza tenere conto delle retrograde associazioni ambientaliste che vedranno il ritorno di satana in persona sul suolo italico.

Innanzitutto c’è da sfatare un mito in Italia si produce ben poca “energia pulita” e comunque nuove centrali vengono concepite sempre con l’utilizzo di substrati inquinanti. Certo qui il Pecoraro di turno potrebbe obiettare che si potrebbero sfruttare di più le “energie rinnovabili” anzichè costruire nuove centrali nucleari. Questa obiezione non è certo sbagliata, in Italia viene sfruttata poco l’energia da fonti rinnovabili, ma è anche chiaro che per le attuali capacità e per il nostro fabbisogno queste non possono essere le sole centrali disponibili.

Questo tipo di energia può essere un’ottimo tipo di energia se viene usate di supporto all’energia prodotta con substrati più inquinanti, e visto che di energia “tradizionale” c’è bisogno il nucleare sembra essere tra queste la migliore possibile.

Carbone, gas e petrolio (più le ultime due) sono troppo condizionate dai capricci dei cartelli dei produttori e sembrano dare un rendimento minore all’energia nucleare.

Questo atteggiamento miope dell’Italia sappiamo tutti da dove nacque, sul filo dell’emotività per il disastro di Chernobyl che, per la cronaca, fu dovuto alla stupidità sovietica e la loro voglia di sperimentare fin dove si potesse controllare la reazione nella fase critica.

Insomma a mio modestissimo avviso questa mossa potrebbe essere finalmente un segno di un’Italia che non naviga solo a vista ma che fa un progetto di sviluppo a lungo termine.

Speriamo che qualche partito al governo che ama la demagogia non cavalchi le future proteste NO ATOMO.

3 Risposte to “E FINALMENTE SI TORNO’ AL NUCLEARE”

  1. Mario said

    Il nucleare in italia è un gravissimo errore strategico di cui le future generazioni pagheranno le conseguenze. E’ perfettamente noto che il nucleare è economicamente conveniente solo se pianificato a lungo termine, in grande scala e sfruttando sinergie di tipo militare. In caso contrario, come ci si appresta a fare in italia, è ANTIECONOMICO. Inoltre quando si enunciano i presunti “vantaggi” del nucleare si cita la liberazione dalla dipendenza dal petrolio e si trascura di rammentare che si è soggetti, primo, alla dipendenza dal rarissimo combustibile nucleare, secondo, all’onere di gestione delle scorie radioattive (non si può parlare di smaltimento per materiale che mantiene la sua pericolosità per decine di migliaia di anni), terzo, ai costi di smantellano delle centrali giunte alla fine del loro ciclo di vita (qualche decennio), che sono perfino superiori a quelli di costruzione. E questo bilancio, già sfavorevole in partenza al nucleare rispetto ad altre fonti energetiche anche rinnovabili, nell’ipotesi, non certa, di assenza di incidenti nucleari. Anzi statisticamente sembra certo l’opposto, cioè che certamente si verificheranno incidenti nucleari, come è sempre successo e ancora succede anche nei paesi tecnologicamente più avanzati dell’italia (vedi recenti incidenti in giappone e francia). La verità è che la decisione presa dal governo italiano in questi giorni giunge con 40-50 anni di ritardo; il futuro a cui, volenti o nolenti dovremo prima o poi adeguarci, è quello dell’utilizzo di energia da fonti rinnovabili al 100%, che è poi il cammino appena intrapreso dali stati uniti. Prego perchè Berlusconi segua, come giustamente ha sempre fatto, l’esempio americano e abbandoni questa idea di ritorno al nucleare che infliggerebbe l’ennesimo e forse decisivo colpo alla competitività economica e tecnologica del paese.

  2. Emanuele said

    Caro Vitaliano,

    mi spiace d’imbattermi nel tuo blog e di intervenire proprio su un argomento su cui siamo in disaccordo, ma alla fine come hai scritto, questo è un posto per discutere e l’argomento mi sta particolarmente a cuore.

    Il discorso sul nucleare è molto meno banale di quanto sembri e, in passato, anche quando avevo una certa cognizione di causa (essendo in un certo senso un “addetto ai lavori”) non ho mancato di fare errori di valutazione. Ci sono passato pure io per un periodo in cui sono stato un pro-nuclearista (ho perfino scritto un paio di lettere a delle riviste in questo senso), ma semplicemente perché non conoscevo abbastanza approfonditamente il problema (ma anche perché la situazione energetica di 5 anni fa non era la stessa di oggi).

    Alcune delle cose che dici ti faccio notare che non sono corrette: per esempio il fatto che paghiamo “a caro prezzo” l’energia che la vicina Francia ci fornisce, non è esattamente una fotografia dello stato delle cose. Gli impianti nucleari, per loro natura intrinseca, sono molto poco flessibili, per cui funzionano egregiamente per la produzione di potenza di base della rete elettrica, ma la domanda di corrente si riduce molto durante la notte (è uno dei problemi tipici che si trova ad affrontare chi studia le centrali termiche e le loro reti), per cui accade che la Francia (che ha circa l’80% della sua produzione di energia elettrica da nucleare) si ritrova con un surplus energetico notevole durante la notte che è costretta a vendere (in buona parte a noi italiani) a prezzo stracciato (inconveniente che non hanno altri paesi basati sui combustibili fossili). Noi ne facciamo, per quel che possiamo, accumulo nei grandi bacini idroelettrici da utilizzare nelle ore di punta (durante il giorno) quando il prezzo della corrente elettrica è molto più alto.

    Anche quando dici che il rendimento delle centrali a combustibili fossili “sembra” inferiore a quello del nucleare ti sbagli. Chiunque ti abbia fornito quel dato (poiché dici “sembra” inferisco che abbia considerato una qualche fonte, non so, magari sulla rete) dice una cosa falsa, smentita da qualsiasi libro di testo sulla progettazione di cicli termodinamici da fissione nucleare: per ragioni di sicurezza un impianto nucleare ha un rendimento inferiore di un qualsiasi equivalente fossile (non entro nei dettagli perché penso possano risultare noiosi, ma sono ben felice di spiegare, nel caso).

    Faccio solo un’ultima smentita (e poi la finisco su questo punto) sul disastro di Chernobyl: non fu dovuto ad alcuna sperimentazione sul controllo della fissione, si trattò “semplicemente” di una negligenza dell’addetto al controllo del processo, aiutato da una tecnologia obsoleta e magari da più di un dubbio sui sistemi di sicurezza dell’impianto. Detto ciò, chiarisco che non è una delle mie principali preoccupazioni quella di un possibile disastro nucleare dovuto ad un evento riconducibile a quello di Chernobyl.

    Quello di cui sono preoccupato, in merito ad un’eventuale avventura del nucleare made in Italy, è invece la densità abitativa italiana (fra le più alte in Europa e assolutamente non paragonabile a quella francese o anche ad un paese “più piccolo” come il Regno Unito) che crea non pochi problemi per la ricerca di siti di stoccaggio delle scorie ragionevolmente sicuri (e, si spera, lontani nella gestione dalle porcherie combinate a Napoli e dintorni), peggiorato dal problema dell’alta sismicità del nostro Paese.

    Sono preoccupato, anche, di qualcosa di cui si parla quasi per niente: il prezzo dell’uranio ha subito incrementi molto significativi negli ultimi tempi ed è naturalmente (come ogni “combustibile” in senso lato) strettamente legato a quello del petrolio, per cui effettivamente non abbiamo da fare grandi affari, specialmente nell’ipotesi di un futuro esaurimento del petrolio prima e di tutte le altre fonti fossili dopo (orizzonti temporali diversi, naturalmente). La Francia sta sfruttando le vecchie testate nucleari sovietiche smantellate per far funzionare a prezzi ragionevoli i propri impianti e queste non penso proprio che ci saranno per sempre.

    L’ “affare” sul nucleare forse (e questo “forse” dopo lo spiego) si poteva prenderlo al volo trent’anni fa (come hanno fatto la maggioranza dei paesi industrializzati), oggi non è più conveniente. Infatti la Germania (per me la più lungimirante e accorta in politica energetica) si è buttata su un mix energetico capeggiato dalle rinnovabili e sta investendo moltissimo su di esse, nonostante abbia una discreta riserva di combustibili fossili e non sia certo chiamata “il paese del sole”. Nel paese da cui ti scrivo (il Regno Unito) dove non mi sembra ci sia il tanto vituperato Pecoraro Scanio, sono in programma la costruzione di circa venti centrali nucleari (e allora tutti a parlare di vera e propria rinascita di questa fonte di energia!) che servono semplicemente per sostituire lo smantellamento di centrali ormai più che obsolete. Tuttavia è di qualche giorno fa la notizia che il parlamento stia mettendo in dubbio tale enorme investimento proprio per i dubbi che la convenienza di un impianto nucleare arreca. Concludo questa carrellata con gli USA di Obama che respingono 50 miliardi di dollari di fondi per prestiti a tasso agevolato a favore del nucleare la settimana scorsa (come vedi ho arraffato a caso le notizie più recenti, magari andando a cercare si trova anche di più clamoroso). In pratica sono ormai decenni che (ovunque) non si investe più sull’atomo in quantità significativa.

    Sono tutti retrogradi ambientalisti o forse ci sono dei dati oggettivi a cui ho accennato prendendo spunto dalle tue affermazioni, che ci fanno capire come questo protocollo d’intesa sia un qualcosa che probabilmente (mi auguro di cuore) si dissolverà come…acqua nelle torri evaporative?

    Vorrei anche argomentare sulla tua affermazione del mito dell’energia pulita prodotta in Italia o chiederti chiarimenti sull’utilizzo di substrati inquinanti che non ho capito, ma mi rendo conto di averla tirata veramente lunga (ma che ci vuoi fare, l’argomento è una delle mie passioni) per cui chiudo, lasciando ad un post scriptum la spiegazione del “forse” che ho riportato più sopra a proposito dell’ “affare” del nucleare.

    Un abbraccio.

    Emanuele

    PS. Ci sono alcuni professori che hanno considerato anche l’energia richiesta per costruire e (soprattutto) smantellare un impianto nucleare e concludono che senza i contributi statali (di cui godono praticamente tutte le centrali atomiche del mondo) la loro convenienza economica complessiva risulti molto piccola, se non negativa. Ma qui siamo più nel campo delle stime parecchio complicate e francamente non me la sento di prendere una decisione definitiva, ma ti assicuro che le loro tesi mi paiono molto molto ragionevoli.

  3. vitaliano82 said

    caro Emanuele,
    sicuramente le mie conoscenze in materia energetica e quello che ho scritto vengono dalla mia molto piccola conoscenza della materia in questione.
    Quello che ho scritto lo ho letto qua e la per rete o sui giornali mentre su chernobyl mi sono rifatto all’ultima inchiesta fatta dall’onu che ha stabilito la colpevolezza nello spingere un pò oltre (per ragioni di sicurezza) delle sperimentazioni sulla possibilità di sfruttare l’inerzia delle turbine (quando queste erano state appena spente) per non dover ricorrere in caso di problemi al riavvio con le pompe a diesel (questo più o meno, come sai non sono un espertone ed è quello che più o meno ho capito).

    Detto questo non ho gli strumenti per poterti rispondere in maniera tecnica e obiettiva, ma a naso, un dipendenza dal petrolio o anche da carbone o peggio dal gas (peggio perchè da questa russia non sappiamo che aspettarci) mi sembra peggiore di una dipendenza dall’atomo.
    Detto questo sono d’accordissimo nel vedere aumentata la ricerca nelle forme rinnovabili (semprechè non si faccio come con l’eolico, giudicando “brutte” le volgarmente dette “pale”) ma io sarei per un più vasta possibile scelta di materiali.

    Poi sul nucleare, come tu stesso dici, il fatto che ormai grossi investimenti non se ne facciano più, la vedo come una cosa negativa. Mi spiego, con una maggiore ricerca, si potrebbero ottenere risultati migliori.

    A me l’oscurantismo fa paura, non penso che l’italia debba dipendere completamente dal nucleare, ma avere la possibilità di sfruttare anche questo tipo di energia non la scarterei a priori.

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