E’ entrato nel mondo di monsieur de Lapalisse il fatto che, non dico noi libertarian, ma anche un piccolo e moderato liberale abbia una qualunque rappresentazione in un qualsiasi partito italico. Basiti, confusi e disorientati, ogni volta che c’è da mettere una x molti di noi si affannano alla ricerca del “male minore”. Ma diciamoci la verità bisogna avere molta fantasia. Per questo molti, da tempo preferiscono starsene a casa piuttosto che consumare un pò di matita indelebile.
In teoria un partito liberale di massa lo avremmo, solo che è lo stesso partito dove il più liberale in realtà è un ex socialista. Cosa spinga alcuni di noi a votare, anche turandosi il naso, il pdl è ancora un mistero. Io stesso alle scorse elezioni politiche, al senato ho votato pdl, forse perchè sulla scheda ho avuto le visioni di Visco e le liste di proscrizione o gli assegni da 101 euri. Insomma tra la peretta gigante e il panino alla merda ho scelto quest’ultimo.
Il governo poi si è dimostrato quello che è, ma questa è un’altra storia o meglio questo ce lo saremmo aspettato. Ad un certo punto è spuntato il presidente della camera Fini che ha fatto alcune dichiarazioni condivisibili (insieme ad altre assai meno), insomma cercando di creare un pò di movimento nel partito immobile. La speranza che in mezzo a tanto fumo potesse scapparci, chessò, un’abolizione delle provincie o una separazione delle carriere, fino a qualche taglietto alle tasse è cresciuta. A molti osservatori è sembrato che questo nuovo Fini, più liberale, potesse dare un volto nuovo a questa politica, insomma un nuovo “meglio che niente”.
La mia domanda è una sola: possiamo fidarci? Fini può essere il traino di un qualcosa di diverso? O più semplicemente è solo una manovra per mirare al colle?
Di certo c’è solo una cosa, a Bocchino a fare il liberale ce lo vedo poco…